“I giorni sono fette di melone profumati di vita insieme a te.”
Nazim Hikmet
Sono un’amante della lettura ma non un’intenditrice di poesia.
In realtà amo tutto quello che mi arriva al cuore, in qualsiasi forma esso sia.
Sono inciampata in Nazim Hikmet per caso, ascoltando una sua poesia recitata da Margherita Buy in Le Fate Ignoranti, film che ho visto e rivisto centinaia di volte negli anni.
In seguito le sue parole si sono incise sulla mia pelle.
Un passo di una sua poesia fissa oggi dalla mia schiena i passanti curiosi.
Nazim Hikmet parla silenzioso.
Non si può comprendere la forza del suo verso, se non lo si iscrive anche nel contesto culturale e sociale, messo in atto da Mustafa Kemal Atatürk, dal 1924 al 1938.
La forza della sua poesia è quella di arrivare dritta al cuore, celebrando l’umanità, l’amore, quello vero, il sacrificio, il dolore e la vita.
Un libro che ho iniziato a sfogliare a 17 anni e che è cresciuto con me.
Ci sono voluti 10 anni, per capire, lettura dopo lettura, quanto profondo fosse il significato di quelle parole e di quell’amore che raccontava.
Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d’estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro.