“Quando l’epidemia finirà, non è da escludere che ci sia chi non vorrà tornare alla sua vita precedente. Chi, potendo, lascerà un posto di lavoro che per anni lo ha soffocato e oppresso. Chi deciderà di mettere al mondo un figlio o di non volere figli. Di fare coming out. Ci sarà chi comincerà a credere in Dio e chi smetterà di credere in lui.”
David Grossman
Se potessi esprimere un desiderio, cosa chiederesti?
“Non so, a volte penso a quanto il tempo sia la cosa più preziosa che puoi avere. Il tempo per te, per le persone che ami, il tempo che alla fine, altro non è che la tua vita. E invece a volte sembra scorrere troppo veloce. Passo ogni giorno 3 ore chiusa in un’auto per attraversare la città e le restanti a lavorare.. Chiederei tempo, ecco cosa chiederei!”
Bididi, bodidi, Bù.. e Coronavirus fu!
Ed eccoci finalmente qui, con il tempo a nostra disposizione per vivere questa vita che a tratti sembrava sfuggirci dalle mani.
Ora abbiamo giornate intere da passare con i nostri figli, guardarli mentre scorazzano per casa ridendo e giocando. Abbiamo il nostro compagno sempre con noi, a pochi centimetri di distanza, ad un tiro di bacio!
E poco più in là chi c’è?
Ah si, quella sono io, non ci badate, nascosta in bagno mentre fingo di farmi una doccia per mettere in pausa questa vita per 5 secondi!
Perché diciamolo, il sogno è diventato realtà, ma è stato un attimo che l’idillio si è rotto e siamo stati catapultati in uno pseudo incubo ad occhi aperti.
Non si capisce come, ma ad un certo punto la voce di quel piccolo fringuello coccoloso alto 115 cm diventa una persecuzione: “Mammaaaa, dove sei? Mamma, io mi sto annoiando? Mammaaaaa, giochi con me adesso?”
Mamma, Mamma, Mammaaaaaa!
Io non ho capito perché nel DNA il tasto Papà non gliel’hanno inserito a questi Nani malefici!
Ora, prova a spiegarglielo al cucciolo di panda che tu non sei a casa perché il tuo capo ha improvvisamente deciso di regalarti un mese di villeggiatura, ma che in realtà è arrivato questa simpaticissimo Virus che ha fatto si che ognuno fosse costretto all’isolamento.
Prova a spiegarglielo che quel pc perennemente aperto non è un hobby ma è il famoso lavoro!
Allora è così, che passi le giornate affetta da bipolarismo, passando da essere la dolce e comprensiva Mary Poppins alla mostruosa Medusa con i serpenti al posto dei capelli!
E mentre tu lotti con te stessa, cercando di attingere a tutte le tue funzioni multitasking possibili, vedi in lontananza un puntino che giace tranquillo sul divano.
Binocolo alla mano e scopri che altro non è che quel simpaticone del tuo compagno che si gode “i pochi momenti di calma prima di andare al lavoro!”
Perché si miei cari spettatori, peggio della reclusione h24, c’è la convivenza con uno dei pochi superstiti, uno di quelli che al lavoro ancora ci deve andare e improvvisamente sfrutta quell’ultima carta infame per dirti:
“Potessi lavorare io da casa come fai tu!”
Potessi lavorare tu da casa come faccio io?!
E certo perché contemporanee allo smart working sono improvvisamente incluse le mansioni: curare il sopracitato nano malefico, prodigarsi al suo divertimento, fare le lavatrici, pulire casa, stirare, cucinare, fare la lavastoviglie (solo a me le faccende di casa si sono quintuplicate?) e cercare di badare anche alla propria immagine, perché qui è un attimo il passaggio da Belen dei poveri a Zia grassa di Harry Potter.
Ed è così, che l’improvviso amore per i tuoi due uomini di casa si trasforma a tratti in istinto omicida (a livello figurato eh, che qui è un attimo che scoppia la polemica).
Quindi si, l’amore ai tempi del Coronavirus, è qualcosa di molto particolare, in cui devi mettere a dura prova la tua pazienza, la tua tolleranza, la tua accondiscendenza e chi ne ha più ne metta.
E’ imparare ad orbitarsi intorno di nuovo, in un epoca in cui siamo abituati a vivere da soli anche quando siamo tutti sotto lo stesso tetto. E’ riscoprirsi, riscoprire i propri limiti e quelli dell’altro, sbraitare, voler fuggire lontano per poi voler stare di nuovo vicini dopo aver trovato insieme la giusta strada per vivere in armonia.
Mentre scrivo tutto ciò sento il suono del Robot rumoroso acceso in camera di Gregorio e il posto sul divano di Matteo l’ho occupato io in sua assenza, e penso. Penso che sarà sicuramente faticoso arrivare al traguardo, che ci saranno momenti bui ma nonostante questi attimi di sclero, nonostante tutto, mi rimarranno dei bei ricordi e tantissime risate.
E ora confesserò una cosa: mai come in questi giorni, circondata da tutti gli ostacoli possibili, ho sentito così tanto amore nei confronti di questi due farabutti che mi scombussolano la vita, rendendola però così perfettamente imperfetta!
Ci vediamo sul podio miei compagni di reclusione!