“Il segreto delle madri, anche quelle che non sanno o non vogliono esserlo: la capacità misteriosa di diventare un posto che accoglie tutto quello che succede nel cammino, tutto quello che viene e che c’è. La capacità di tenere insieme quel che insieme non sta. Di ricordare daccapo, ogni volta, da dove passa la vita e perché.”
Concita De Gregorio
Oggi vi confesso un segreto.
Se qualcuno mi avesse incrociato anni fa e mi avesse chiesto:
“vorresti diventare mamma un giorno?” – avrei risposto senza esitazione “NO!”
Un “No” urlato a gran voce e con molta convinzione miei cari lettori.
Non che avessi qualcosa contro i bambini, anzi, li ho sempre adorati.
Ma diciamocelo, essere madre è un’altra cosa!
Credo che il mio terrore (perché di questo all’epoca si trattava) fosse dovuto al fatto che i miei esempi materni avuti nella vita non sono stati dei migliori.
Mia madre biologica era una povera squinternata borderline sposata con un ubriacone nulla facente.
La vita che ne è conseguita credo che possa essere immaginabile da tutti.
Entrambi passavano la giornata a dormire o a guardare la televisione.
Di lavorare non se ne parlava, di giocare e dialogare neanche.
Al massimo volavano botte da orbi e urla a non finire.
Credo che l’idea di fare un figlio a quei due sia balenata in mente un po’ per noia, un po’ per incoscienza e un po’ perché “tutti fanno figli, quindi facciamolo anche noi”!
Intorno ai 5 anni una famiglia un po’ stramba, che però è l’unica che ho avuto e che ho scelto, mi ha “salvata” in parte da quell’oblio.
Sono finita nel magico mondo dell’affido, dove i servizi sociali ti traghettano dalla famiglia d’origine a quella affidataria come fossi un pacco.
L’autobus è in partenza da: Paradiso
Prossima fermata, Inferno! I passeggeri sono pregati di scendere.
Ora, non che il tema sia questo oggi, ma capite che quando la tua infanzia viene tradita dalle persone che in teoria dovrebbero proteggerti ed essere per te un pilastro, il terrore che un domani tu possa diventare quello schifo lì, è quasi scontato!
Io mi ero arresa ancor prima di partire. Gregorio invece no.
Si vede che da lontano lontano mi aveva già studiata e, come fa sempre, aveva trovato il modo di fregarmi.
E così, senza preavviso e senza troppi giri di parole, si è insinuato dentro di me.
Doppia linea in una sera anonima.
“E adesso che fai? Dimmelo su!”
“Eh che faccio?” – Faccio che mi accarezzo la pancia, che inizio a pensare a tutto quello che Mamma vuol dire per me, anche se trovo solo nozioni negative.
E allora inizio a scrivere, a scrivere tutto quello che non va fatto, che non va pensato.
Ragiona per opposti – mi sono detta ad un certo punto! Se sai cosa non va fatto, sai anche cosa va fatto.
Poi ho iniziato a guardarmi allo specchio e a ripetermi che io ero diversa, che ero vita e non distruzione.
E parlavo ad alta voce, perché se le cose le senti con le orecchie ti sembrano più vere.
Parlavo con me o forse parlavo con lui.
Avevo 22 anni e la paura che mi scorreva nelle vene.
Ma quella vita me la sono portata dentro per mesi, senza un ripensamento, dandogli tutto l’amore di cui ero capace e che non sapevo di avere.
E quando è nato Gregorio, sono rinata anche io con lui.
So che sembrano frasi fatte e chi non ha figli pensa che quelle che li hanno improvvisamente si fottano il cervello.
Ma vi giuro, io il cervello l’ho tenuto al riparo e ho cercato il più possibile di restare con i piedi saldi per terra.
Ma succede qualcosa di inspiegabile, come se tutti i pezzi sparsi della tua vita improvvisamente si incollassero di nuovo facendoti sentire intera.
Ecco io mi sono sempre sentita fuori posto.
Al liceo i miei amici pensavano a come trasgredire ai genitori, quando andare a ballare e alle sigarette nascoste.
16 anni loro e io viaggiavo sulla linea dei 30.
Pensavo ai viaggi che avrei voluto fare, al giorno in cui avrei potuto avere una casa, un lavoro, un nido in cui tornare. Annegavo nei libri, nella musica, mi divertivo ad una cena, molto di più che ad una festa.
Ero una “vecchia” nel corpo di una ragazzina.
Con Gregorio ho improvvisamente trovato il mio posto nel mondo, il mio equilibrio da sempre precario.
Ora, non so esattamente quale sia il punto di tutto ciò.
Ma oggi è la festa della Mamma, la sesta che festeggio.
Questa mattina mi sono svegliata e ad accogliermi c’era la mia famiglia speciale.
Gregorio mi ha abbracciata forte, più di quanta faccia di solito e mi ha detto: “sei la mamma migliore del mondo”.
Di tutte le paure, i mostri e i demoni che ho vissuto lui non ne sa nulla.
Conosce solo il mio sorriso, le mie carezze, i nostri viaggi, le nostre risate e l’amore infinito che provo per lui.
E questa è la vera felicità.
La più grande che si possa provare nella vita.